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Tornare bambini, ora più che mai.

Ho portato Gaia dal dentista, qualche giorno fa è caduta dallo skate, si è scheggiata l’incisivo superiore.

Eravamo convinti di averla preparata adeguatamente alla nuova esperienza, la realtà dei fatti è che appena appena ha varcato la soglia dello studio ha cambiato espressione: sulla poltrona non ha saputo trattenere le lacrime.

Non sono bastati neanche venti minuti di amorevoli parole da parte del dentista, io che ho provato a rasserenarla non lasciandole mai non la mano, arrivando al punto di farla sdraiare su di me. Niente, siamo usciti dallo studio senza che lei riuscisse minimamente ad aprire la bocca.

Conosco Gaia, l’ho parlato fuori dello studio, sapevo che questa sua esperienza l’avrebbe vissuta come una sorta di sconfitta personale per non esser stata in grado di affrontare la situazione. Decide di rientrare, si mette sdraiata su di me, apre la bocca, si fa ricostruire il dente in meno di 10 minuti. Si esce e scoppia a piangere.

Un paio di riflessioni: per quanto crediamo di aver preparato Gaia in modo adeguato alla nuova esperienza la colpa della sua paura me la prendo tutta. Sono stato traumatizzato da piccolo dal dentista, Gaia conosce le mie paure, le mie paure sono diventate le sue.

Il mio modo di pensare, il mio modo di approcciarmi ad una determinata situazione è diventato il suo modo, in qualche modo ho indottrinato, non volendo, mia figlia, le ho passato un meme terribile

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l’idea che dal dentista si soffrano le pene dell’inferno.

Altra considerazione, le emozioni ci prosciugano sia fisicamente che psicologicamente. Gaia non solo ha pianto quando è uscita, al ritorno si stava addormentando in macchina, era stremata. Era stremata perché è stata capace di vivere fino in fondo la sua emozione, era stremata perché l’emozione non se l’è fatta scivolare addosso, l’ha vissuta in tempo reale. E’ una caratteristica propria dei bambini, quella di vivere nel presente, quella vivere intensamente ogni momento della vita. Col tempo questa propensione viene persa, da adulti galleggiamo in un limbo fatto di preoccupazioni future e pensieri sul passato senza vivere né le emozioni, né i sentimenti, né le esperienze. Praticamente facciamo finta di vivere, tornare bambini è uno dei segreti della felicità.

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