Investo quasi un’intera lezione del secondo modulo per spiegare la correlazione che esiste fra il pensare ed il sentire.
È un concetto fondamentale che dovrebbe essere spiegato ai bambini in modo che abbiano, già in tenera età, la possibilità di fermarsi, riflettere ed invertire la rotta qualora ve ne sia la necessità. Il concetto è molto semplice: siamo tristi facciamo pensieri rivolti alla tristezza i quali, a loro volta vanno a potenziare la nostra tristezza.
Si innesca un meccanismo triviale e autorigenerante che nel giro di poco, pochissimo tempo fa in modo che la tristezza diventi parte integrante della nostra vita, diventiamo cioè quella roba lì, diventiamo e ci identifichiamo nella nostra tristezza che ben presto sarà uno dei tanti aspetti della nostra personalità.
La realtà è che tutto, di solito, parte da un pensiero, un pensiero che genera un’esperienza che è frutto di una scelta e quell’esperienza genera poi un’emozione col quale, col tempo, ci immedesimiamo.
Due cose: il circolo vizioso può essere interrotto proprio come fa Ernesto, vi ricordo che potete anche avere pensieri belli, sognare, fantasticare, il lobo frontale del vostro cervello, è lì proprio per quel motivo: creare un ologramma che corrisponde alla vita che volete vivere e sapere che tutto può essere reso possibile. Ogni cosa.